
A Pechino non basterà più saper preparare un buon caffè espresso o improvvisare una pizza per ottenere una scrivania in ambasciata. Dal 1º gennaio 2026, le missioni diplomatiche straniere dovranno assumere personale locale… ma non chiunque: dipendenti cinesi, reclutati esclusivamente dal Ministero degli Affari Esteri cinese.
Se l’ambasciata ha bisogno di un autista, di un traduttore o di qualcuno che distingua tra “inflazione” e “iperinflazione”, dovrà rivolgersi direttamente a Pechino. Tutti i contratti passeranno da agenzie statali: nemmeno una graffetta entra senza timbro rosso.
C’è chi scherza già: presto i diplomatici avranno bisogno di interpreti per capire gli interpreti. E per le ferie? Si approvano a Pechino. Per gli aumenti, meglio attendere il prossimo piano quinquennale.
Così, le ambasciate potrebbero diventare i primi consolati al mondo dove l’espresso o la pizza arrivano con istruzioni in mandarino.
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